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Immersi in un mare di cambiamenti
L'U. E. deve sfruttare al meglio ogni occasione, servendosi in particolare dell'introduzione della moneta unica. Dalla promozione all'identità culturale, ancora alla protezione sociale. La necessità per le imprese di accentuare la loro competitività nel settore industriale e in quello dei servizi.
Nel numero 2 di Ecomy abbiamo cominciato a trattare il complesso discorso della competitività delle imprese europee rispetto a quelle che sono le sue antagoniste maggiori, ossia le imprese statunitensi e quelle giapponesi. Prima di concludere però il discorso su tale argomento è giusto ricapitolare i punti salienti.
Nell'ambito della globalizzazione abbiamo visto il manifestarsi di nuove forme di concorrenza imprenditoriale. Esse si caratterizzano per l'uso particolare di nuove forme di tecnologie e un marcato accesso ai mercati mondiali, per la rapidità delle azioni svolte, per l'innovazione di cui si servono e per gli investimenti immateriali compiuti.
In questo contesto l'Unione europea si trova immersa in un mare di cambiamenti, da cui però non deve fuggire, al contrario deve saper sfruttare ogni occasione e specialmente deve servirsi dell'introduzione dell'euro per meglio fronteggiare ogni cambiamento.
L'Europa si trova così a promuovere nelle istanze internazionali, i suoi valori, particolarmente l'integrazione dei mercati, l'identità culturale, nonché la protezione sociale. Da parte loro, le imprese europee devono accentuare la loro competitività su tutti i mercati del mondo, affermando la loro presenza nei nuovi settori dell'industria e dei servizi
Lo spirito imprenditoriale approda sui banchi di scuola
Dal documento della commissione europea, si evince che uno dei maggiori problemi dell'economia europea è la scarsità di imprenditori, e questo per vari motivi, ma principalmente per una scarsa cultura imprenditoriale nelle scuole, nelle università, nelle strutture formative. E siccome imprenditori si nasce e non si diventa, in Lussemburgo sono state prese iniziative per favorire fin dalle scuole elementari lo sviluppo dello spirito imprenditoriale. Tra gli altri motivi, va ricordato che si da troppo peso all'insuccesso, si è presi dalla paura di perdere il controllo dell'impresa, poco entusiasmo per l'assunzione di rischi e la compartecipazione del capitale delle imprese.
Nell'ultimo ventennio gli Stati Uniti hanno registrato un aumento degli strumenti finanziari destinati a supportare economicamente quelle imprese ad alta tecnologia e le start-up, le quali a loro volta sono state fonti di nuovi posti di lavoro. Le prestazioni europee purtroppo, sono tuttora insoddisfacenti.
In Europa difatti le quote di investimento sono decisamente ridotte! Si calcola che nel '97 gli investimenti complessivi hanno raggiunto 9,6 miliardi di ECU avvicinandoci quanto più possibile agli Stati Uniti, che hanno raggiunto con i fondi di capitale di rischio, 10,3 miliardi di ECU.
Ultimamente anche in Europa sono stati adottati provvedimenti tesi a migliorare lo sviluppo dei mercati dei capitali di rischio, di cui però non vedremo benefici se non tra qualche anno.
Più fondi a favore delle imprese, come negli Stati Uniti
Attualmente la situazione europea risulta essere la seguente:
1.Mentre negli Stati Uniti vediamo investire il 34% di fondi nel capitale di impresa, in Europa le imprese che si trovano ancora in uno stato di crescita, ricevono solo il 7,4% dei fondi dell'intera Europa, inoltre le giovani imprese statunitensi godono di taluni privilegi di finanziamento (capitale di avviamento, capitale di rischio, business
angels, partenariati strategici) adattabili a quelle che sono le caratteristiche delle imprese e le loro fasi di sviluppo, in modo da favorire nonché accelerare il proprio sviluppo a dispetto delle imprese europee.
2.Non abbiamo la certezza dell'esistenza di particolari progetti innovativi, da cui possa scaturire velocemente un certo valore.
3.Per quanto si possano avere dei riscontri positivi, gli imprenditori europei non hanno facile accesso al mercato. Il capitale raccolto dal NASDAQ ha superato di ben sette volte quello registrato
dall'ESDAQ, l'EURO-NM e l' AIM combinati.
Abbiamo parlato nello scorso numero, di quelle che sono le nuove tecnologie, le reti aperte grazie ad internet, la possibilità di creare nuovi posti di lavoro tutto ciò in vista di migliorare la competitività tra le imprese europee. Per raggiungere quanto prima questo obbiettivo è opportuno una revisione della politica industriale a livello europeo, che porti ad una diffusione in larga scala dell'imprenditorialità, e ad una diminuzione del rischio delle imprese, fattore che abbiamo visto (n°2 di
Ecomy) tende a frenare l'input di nuove imprese.
Per migliorare l'intero tessuto economico e sociale in cui le imprese europee si trovano ad operare, bisogna tenere nella giusta considerazione e con un certo riguardo quelli che sono gli investimenti immateriali e l'iniziativa imprenditoriale.
Il tutto basandosi su di un iter proposto dalla commissione della comunità europea.
Il primo passo da affrontare è l'adeguamento dei sistemi di acquisizione delle competenze e cercare di favorire l'iniziativa
imprenditoriale.
Non essendoci più un grosso divario tra l'istruzione e la formazione, si può auspicare ad un nuovo tipo di accesso dall'istruzione al mondo del lavoro, che si basi su di una più stretta collaborazione tra i due fattori.
Per ottenere questo è opportuno dare maggior importanza alla competenze tecnologiche, assicurando l'aggiornamento per tutto l'arco di quella che sarà la vita professionale dei lavoratori.
Bisognerà creare nuove tipologie e classi di competenza che si confanno all'adozione di sistemi di accreditamento, sia per quanto riguarda la formazione scolastica sino al livello universitario, sia per la formazione continua (si stima che in Europa ci sia un deficit di circa 500.000 professionisti esperti nel campo dell'informatica e nel settore delle telecomunicazioni, il numero sarà costretto a salire a 1,2 milioni nel 2002 se non verranno presi i dovuti provvedimenti cautelativi).
E' fondamentale che venga presa coscienza dell'importanza delle nuove tecnologie nelle società, con la promozione magari di iniziative che vedano l'entrata in scuola delle tecnologie dell'informazione e di internet. Seguendo l'esempio della "scuola di imprenditorialità" statunitense, dovrebbe l'Europa stabilire una certa collaborazione fra studenti e imprenditori, fonte di un aumento della passione verso l'imprenditorialità, da parte dei giovani che ne subirebbero il fascino.
Ed ancora, sviluppare delle reti che congiungano università ed imprese, così che le PMI di tipo innovativo e di alta tecnologia, possano collaborare con gli investitori in capitale di rischio e con le università. Effetti positivi sono stati registrati in alcune zone imprenditoriali, precisamente a Cambridge, dove 1200 imprese ad alta tecnologia sono state fonte di lavoro per circa 4000 persone.
Il secondo passo è il miglioramento del sistema di ricerca e dello sfruttamento dei suoi risultati.
Bisogna che gli interventi europei non si muovano solo in una direzione nazionale, ma anche nella direzione europea seguendo tre priorità:
1. Migliorare gli effetti e le risorse della ricerca.
2. Incentivare il capitale di rischio,valorizzando risultati della ricerca.
3. Garantire un sistema di produzione migliore della proprietà intellettuale.
Per quanto riguarda il primo punto bisognerà rifarsi al concetto di "azione chiave" bene espresso nel Quinto programma quadro. Proseguendo avanti, c'è da dire che già nel Vertice Europeo di Amsterdam dell'97, si è stabilito di destinare un miliardi di ECU a progetti innovativi, tramite il Fondo Europeo per gli Investimenti a carico della Banca Europea.
Inoltre per il terzo punto va detto che necessita di una riforma il sistema europeo di
brevettazione, che porterà allo sviluppo di servizi di intermediazione, e a misure cautelative necessarie che assicurino un corretto conseguimento della protezione.
Il terzo passo è l'agevolazione del fattore rischio
Il raggiungimento di tale obbiettivo risulta essere importante al fine della creazione di nuovi posti di lavoro. Per ridurre il rischio, l'Europa deve essere in grado di costruire un certo numero di imprese in forte espansione; deve preservare le barriere istituzionali e normative che ne limitano lo sviluppo; rivedere il regime fiscale applicabile al capitale di rischio.
Tra l'altro nel diritto europeo, nella fattispecie in materia di insolvenza e fallimento, bisogna che si tenga presente la possibilità propria di ogni impresa di perdere il controllo della medesima.
Il quarto passo tratta della nuova visione di aiuti pubblici verso gli investimenti immateriali
La competitività europea trova il suo appoggio nella capacità di investire nella ricerca, nella formazione e nell'ottimizzazione dell'uso delle tecnologie. Ecco perché risulta essere impellente la necessità da parte degli Stati membri a sviluppare un quadro normativo che agevoli nettamente gli investimenti nel campo della ricerca, eventualità espresse nello stesso trattato, a cui gli Stati membri potranno sempre rifarsi.
E' importante ricordare che un aiuto va concesso solo se rispecchia caratteri di incentivo, cioè se offre la possibilità all'impresa di migliorarsi qualitativamente o quantitativamente nell'ambito della ricerca e di svilupparla in modo più celere.
Quinto passo riguarda la valorizzazione del capitale umano. Considerando i mutamenti di ordine demografico che l'Europa sta attraversando è opportuno che si promuova l'istruzione lungo l'intero corso della vita, in modo tale che non vengano perse determinate nozioni acquisite di carattere tecnologico, ma al contrario che siano impiegate in attività non commerciali. L'esigenza di voler potenziare il capitale umano è dovuta al fatto che migliorare le condizioni di vita e la coesione sociale, significa migliorare, ottimizzare la competitività europea.
Obiettivo primario: accrescere la mobilità intracomunitaria
L'obiettivo da raggiungere è quello di contare un maggior numero di possibilità poste dalla crescita e dalla stabilità macroeconomia, fortificare le riforme strutturali, aumentare in modo indicativo i livelli occupazionali europei, in modo che raggiungano quelli dei paesi concorrenti.
Ancora, importanti ai fini della competitività risultano essere alcuni aspetti, come il miglioramento dell'ambiente urbano, le diverse forme di innovazione sociale, la valorizzazione della propria ricchezza nonché della diversità culturale.
Nel caso della competitività è importante promuovere ed aumentare un livello di mobilità intracomunitaria della manodopera, che risulta essere particolarmente basso.
Ma perché l'Unione europea possa raggiungere tali obbiettivi è opportuno innanzitutto realizzare completamente il potenziale dei servizi basati sulla conoscenza; accrescere e sfruttare saggiamente gli investimenti nelle TIC; migliorare e semplificare le condizioni amministrative, normative e fiscali per le aziende; ultimo ma non meno importante incoraggiare lo spirito imprenditoriale.
Occorrono norme per agevolare innovazione e cambiamento
Per quanto concerne l'aspetto politico di tale discorso, c'è da dire che si demanda proprio alla politica il compito di creare intorno alle imprese europee un ambiente che ne agevoli l'innovazione, l'adattamento, nonché il cambiamento.
Dal canto suo la Commissione dovrà seguire una serie di passaggi tesi a questo fine quali:
- agevolare l'introduzione delle nuove procedure e delle tecnologie ultime;
- indirizzare ogni sforzo sul piano normativo, per garantire una coerenza delle politiche per l'innovazione e favorire la reazione e la crescita di imprese innovative. A tale proposito la Commissione "eEurope" ha focalizzato nel piano d'azione quelle che sono le aree chiave in cui riunire e accorpare tutte le misure necessarie alla transizione verso una società dell'informazione;
- designare una strategia che faccia sfruttare interamente il potenziale dei servizi, il cui punto essenziale è il piano d'azione per i sevizi finanziari che si dovrà completare entro il 2005;
- grazie al nuovo Programma pluriennale per le imprese verrà dato maggior sostegno alle azioni a favore dello spirito imprenditoriale, la disponibilità di competenze, la fornitura di servizi di sostegno alle aziende;
- fortificare in tutte le imprese e particolarmente nelle PMI la consapevolezza delle sfide sempre nuove da affrontare e la presa di coscienza del potenziale legato ad una nuova economia e del suo sviluppo.
Da parte della Commissione Europea è stata istituita una procedura per il progressivo sviluppo della politica delle imprese, ossia la procedura BEST, in cui la Commissione affiancata nel lavoro dagli Stati Membri, deve definire un ciclo di lavoro annuale che si occuperà di migliorare la competitività europea.
E' stato inoltre proposto un programma di lavoro che verte sui settori prioritari dell'anno in corso, e contenente raccomandazioni specifiche per i miglioramenti da apportare alle politiche da attuare nell'ambito del Programma pluriennale per le imprese 2001-2005.
Per fortificare tutta questa impresa, la Commissione ha costituito il "Gruppo politica delle imprese" in cui verrà dato adito ai suggerimenti giunti da parte degli Stati membri e dalle aziende e verrà fortificato l'impulso al processo BEST.
Rita Spiga
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